Overboard – Roma in jazz review

Overboard
Bumps Records – 2016
Quando nel Jazz il Trio. Sentiamo di iniziare così dopo aver dedotto i risultati artistici di un album lontano da cure eccessivamente assertive e proposte melodiche fin troppo ascoltate.

La passionale varianza con la quale i Tre estendono la propria intensità armonica ed il proprio bel divagare in un interplay distinto da tessiture eleganti e liriche rende conto di uno sguardo attento alle metamorfosi delle Blue Notes attraverso letture avvincenti e composte di Signori della Musica contemporanea quali Stevie Wonder, Jaco Pastorius, Sting, Paolo Conte (e nel suo modo non solo in “Azzurro” ma anche nel clima ironico e metropolitano di ”Mezza Parola” a firma del Di Leo) , lasciando sempre traccia personale depurata da schemi di troppo affabile consuetudine e puntando, piuttosto, alla visione di un contesto denso di Anima, di spostamenti emotivi e libertà esecutive nelle quali le “belle forme” di tessuti novecentisti muovono i Nostri ad ascoltarsi con intelligenza, con un linguaggio immediato che varia all’interno della tradizione, del Cool, del Blues e del Funky.
In tal senso intendiamo sottolineare l’ assoluta dedizione ad un pensiero musicale lineare ed appassionato, come nella splendida song in direzione di brividi jarrettiani “Golden Lady” dell’inarrivabile Stevie Wonder, come nella crepuscolare articolazione in ¾ dell’intensa elegia di “Ostinato”, come nella magnifica e turbata poesia del tenue valzer della conclusiva “Come fosse magia”.
Brad Mehldau docet (e del resto la sua “Lament for Linus” è brano centrale nella tracklist): la chiarezza dell’esposizione non è mai opposta all’originalità, e sottolineare con composizioni proprie le proprie Idee libera sempre da qualunque cliché. E, in ogni caso, mainstream o non mainstream, “Overboard” è un album eccellente e sorprendente per l’agilità strumentale e la sensibilità con le quali il flusso delle Idee viene sempre condotto in atmosfere che lasciano andare chi ascolta nel Piacere e nella Riflessione.
Dice di sé la Front Cover: raggi di sera su onde increspate, nubi lontane fra scogli e, distante, il chiarore tenue dell’orizzonte indefinito.

Fabrizio Ciccarelli

Rox Di Leo: pianoforte, composizione #2,4,9,10
Frank La Capra: basso
Pasquale Fiore: batteria

1.Golden Lady (S.Wonder)
2. Ostinato
3.Three Views of a Secret (J.Pastorius)
4. Come fosse magia
5.Azzurro (P.Conte)
6. Lament for Linus (B.Mehldau)
7. You and the Night and the Music (A. Schwartz)
8. Dienda (K.Kirkland/Sting)
9. Mezza parola
10. Come fosse magia-Take 2

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