Overboard – Jazzconvention review
Bumps Records – 2016
Rox Di Leo: pianoforte
Frank La Capra: basso
Pasquale Fiore: batteria
Overboard ti colpisce per il senso di tranquillità che infonde. È come starsene seduto in riva al mare ascoltando il lento movimento delle onde. Questo disco ha la stessa musicalità e poetica che si ricava nel guardare senza obblighi l’infinito dell’orizzonte. La foto di copertina ritrae un mare increspato visto dal un balcone, uno sguardo in parallelo che si spinge lontano alla ricerca di mondi immaginati e stilemi musicali da riprodurre. Rox Di Leo e Frank La Capra hanno intrapreso un viaggio visivo e musicale costruendolo con pezzi originali e di quanto in quanto interrompendolo con ricordi e suggestioni di brani che riaffiorano alla memoria. Stiamo parlando di Golden Lady di Stevie Wonder o Three Views Of A Secret di Pastorius, per esempio. Invece Ostinato o Come fosse magia (composte entrambe da Di Leo) si muovono ai limiti del minimalismo, dove accenni e frasi brevi costruiscono paesaggi di note e momenti di ricercata serenità. I tre agiscono con un perfetto interplay che cresce attraverso una trattenuta tensione esecutiva. Azzurro di Paolo Conte gira come un carillion prima di acquisire fattezze jazz con il piano che “canta” Conte e basso e batteria che ne sostengono il vociare sempre più intenso e melodico. Meno cupa rispetto all’originale e più ampia e ariosa è la versione di Lament for Linus di Mehldau. Lo stesso si può dire di You and the night and the music, dove l’accenno del tema viene immediatamente incalzato da invenzioni e assolo di contrabbasso e batteria. Con un incedere ironico e scanzonato arriva Mezza Parola. Ha un andamento filmico e divertente, che rende Overboard nel suo complesso un disco piacevole e accattivante nella sua semplicità.
Flavio Caprera