A tratti – Musica Jazz review

a tratti2Un orecchio alla tradizione e un altro che si spinge verso altri sipari, aizzato dall’energia sprigionata in ogni singolo brano. Angelini non si risparmia sia in veste di batterista (come spinoso pungolo dei suoi compagni) sia in veste di compositore, lastricando di groove e pennellando di funky un telaio che lancia qualche occhiata dalle parti dell’hard bop (Redhead), cosi come verso le colonne sonore della Blaxploitation strapazzandole con vergate di avanguardia (Scatole Blu). Distante e Chiarelli duettano con passione e mente fresca, anche nei passaggi più soffusi (Nel bianco). Ad Abbracciante spetta invece il compito di tessere le trame e dispensare gagliardia, anche con sottili ed eleganti filamenti di elettronica che si guadagnano il proscenio in Let The Tools, facendo da alter ego a tamburi e piatti sferzati da Angelini. Lenoci cesella con le sue reiterazioni e spezzature ritmiche, Song for my parents, che chiude un album ricco di appetitose sfaccettature.

Alceste Ayroldi, Musica Jazz – aprile 2016