A tratti – review saltpeanutsjazz
A Tratti, Giovanni Angelini Open 4et
Chi vive, solo per il fatto che vive ha un ritmo. Ogni vita ha il suo ritmo, diverso da chi è affianco a noi o lontano anni luce. Anche quattro musicisti che suonano tutti insieme hanno un ritmo diverso l’uno dall’altro. Ma in A Tratti del Giovanni Angelini Open 4et questi ritmi si mescolano nella loro individualità per creare qualcosa di nuovo, accattivante, diverso. L’ultima uscita della Bumps Records unisce genialità jazzistica a carattere espressivo non solo musicale.
Giovanni Angelini alla batteria, Vince Abbracciante all’hammond ed elettronica, Claudio Chiarelli al sax alto e Giorgio Distante alla tromba, formano questo eccentrico quartetto.
Spiritualità ed essenzialità sono caratteristiche fondanti di questo album, insieme ad una grossa dose di divertimento ed entusiasmo in quello che si fa, dato dall’amalgama fantastica di questo gruppo di amici.
Ogni tratto del vissuto di Angelini (leader del quartetto e compositore di tutti i pezzi, tranne due composti da Gianni Lenoci) è distinto da un colore diverso e nuovi e diversi sono i temi di ogni brano. A Tratti unisce idee nuove al meglio della tradizione jazzistica, reinventandone il linguaggio. Ecco che il jazz diventa spirituale in alcuni brani (come Let the Tools) a giocoso e scherzoso (come Redhead) fino a diventare onirico e romantico (come Scatole Blu e Nel bianco). In particolare Nel bianco è una ballad molto intensa, ricca di energia e di dolcezza. L’assolo del sax è caldo e misurato, un linguaggio pieno e intenso con un’impronta personale su ogni nota.
Quasi tutte le introduzioni ad ogni brano sono sospese nel tempo, con i fiati che richiamano dal ventre le proprie note e ogni intro sfocia in qualcosa di diverso da brano a brano. L’uso dell’elettronica, solo in alcuni brani, è bel calibrato e amalgamato perfettamente agli altri strumenti fino a diventare il quinto aggiunto. Let the tools in particolare è un brano di forte avanguardia, dove la batteria di Angelini si confronta con l’elettronica di Abbracciante e questo marasma magmatico sfocia in un tema esposto dai fiati in People in Yellow. Molto bella e raccolta è la Bonus track, Song for my Parents, dove Angelini suona con Gianni Lenoci al pianoforte.
A Tratti è un affascinante esempio della nuova generazione jazzistica italiana. Tradizione e innovazione si mescolano raccontando il proprio del musicista ma anche il tempo che vive, nel quale è immerso.
Giovanni Angelini è un grande batterista, capace di misurare e farsi sentire solisitcamente con la sua batteria con break intensi e trascinanti fino all’ultimo colpo di bacchetta. Come compositore ci aspettiamo ancora tante magie.
Vince Abbracciante con sapiente mano, ha saputo far emergere in un gruppo pianoless il suo organo hammond come voce solista. Il suo apporto rende l’album particolare e inedito per molti brani.
Claudio Chiarelli parla con il suo sax alto una lingua che sembra sconosciuta ma che diventa subito chiara dopo il primo ascolto. Ha una grande tecnica unita ad una proprietà di linguaggio jazzistico attraente.
Giorgio Distante è un’eccellente trombettista, pieno di spunti creativi e con un ottimo fraseggio. Ben amalgamato con l’altro fiato, riescono a far uscire entrambi la propria voce pur essendo ben inseriti nel contesto.
A Tratti è un bellissimo progetto, assolutamente consigliato dal vivo, anche solo per ammirare l’eccellente interplay tra questi musicisti. Il tocco finale di questo album è la sua copertina: Kandiskij. Nella ricerca tra suono e colore, A Tratti ne è la sua migliore espressione.
Federica Di Bari